Frasi sull'argomento operai 7
dillo con parole sue
l processo di produzione capitalistico, considerato nel suo nesso complessivo, cioè considerato come processo di riproduzione, non produce dunque solo merce, non produce dunque solo plusvalore, ma produce e riproduce il rapporto capitalistico stesso: da una parte il capitalista, dall'altra l'operaio salariato.(Il Capitale)
Man mano che le operazioni diventano più particolareggiate la divisione del lavoro si accentua in mansioni sempre meno collegabili da parte del singolo operaio al prodotto finito; egli diventa un ripetitore di gesti destinati a produrre oggetti che gli sono estranei e finisce col saper fare sempre meglio e soltanto quelli. Si perpetuano così i mestieri via via più specializzati e quindi limitati, la cui esistenza è altrettanto rilevabile fuori della fabbrica, nella società dove servono a indicare, perfino nei documenti personali di identità, una precisa collocazione sociale. /
(L'ideologia tedesca)
Il Cotone, il quartiere dell'acciaio. Nudo come una tomba. Non una panetteria, un alimentari, un'edicola. Forse la serranda abbassata di un’officina. Lo spolverino prodotto dal carbone te lo sentivi entrare nei polmoni, appiccicarsi addosso, annerire la pelle.(Acciaio)
Uomini e donne che si fanno un'idea del mondo restandone ai margini, credendo normale non andare in vacanza, non andare al cinema, non sfogliare il giornale e non leggere libri. (Acciaio)
Da una parte c'era il mare, invaso di adolescenti in quell’ora bestiale. Dall'altra il muso dei casermoni popolari. E tutte le serrande abbassate lungo la strada deserta. Il mare e i muri di quei casermoni sotto il sole rovente del mese di giugno, sembravano la vita e la morte che si urlavano contro. Non c'era niente da fare: via Stalingrado, per chi non ci viveva, vista da fuori, era desolante. Di più: era la miseria. /
(Acciaio)
Borghese vuole dire ciò che l'operaio diventa appena gli si offre la minima opportunità.
Quando è crollato il muro di Berlino, quando si sono ammainate quelle bandiere rosse dai pennoni del Cremlino e tutti erano a ballare e a cantare nelle strade, non ci si rendeva conto che lì si concludeva una storia, che non era soltanto la storia del movimento operaio, ma era la grande storia della modernità, cioè la storia del tentativo di un soggetto razionale umano di intervenire sul proprio destino e cambiarlo. Lì finiva anche la vicenda di quella secolarizzazione dell'idea di progresso che era tipica tanto del movimento operaio quanto del capitalismo.
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